I nostri monti? Un divertimento.
Causa la vita stressante di oggi, è desiderio sempre più comune trascorrere qualche giorno di vero “relax” a diretto contatto con la natura, lontani dal sovraffollamento delle località marine e montane più rinomate. Desiderio che si materializza nella realtà dei piccoli paesi delle valli, non ultima la Valle Camonica. Ricordo come, fino a poco tempo fa, l’entusiasmo che trapelava dagli occhi dell’escursionista di turno mentre, di ritorno dall’ennesima scampagnata, raccontava quale fortuna rappresentasse per noi il poter vivere in montagna, raccogliesse la mia approvazione più per buona educazione che non per reale convincimento. Non riuscivo a capacitarmi del perché il lui in questione, proveniente da fuori e abituato agli agi della “civiltà industriale”, trovasse tanto eccitante la vita tra le radure. Questo entusiasmo ha cominciato a giustificarsi ai miei occhi quando ho “dovuto” misurarmi con i frenetici ritmi cittadini. Ho scoperto come la tranquillità di questi posti, non ancora soffocati dall’incuria del turismo di massa, permetta di coltivare valori umani offuscati dal sofisticato mondo moderno, e come il cielo terso, l’aria cristallina, il silenzio, che non è di solitudine, ma quiete che ci fa sentire parte della natura e cogliere le emozioni date dal percepirne ogni più piccolo rumore (dal fruscio delle foglie degli alberi allo scroscio delle acque dei torrenti)), siano oggi talmente rari da risultare addirittura sospirati. Uno stile di vita che, rapportato al caotico tran-tran cittadino, rappresenta un vero e proprio divertimento, inteso nel senso etimologico del termine, qualcosa cioè che va in altra direzione rispetto all’usuale. Integrati in un ambiente a misura d’uomo, il rispetto e l’ammirazione per gli elementi naturali che ci circondano diventano fondamentali regole di vita. Ho però anche notato, per contro, che non tutti hanno saputo trarre lezione dalle “carenze” della vita moderna: mi riferisco agli “escursionisti domenicali” (le virgolette sono d’obbligo per non offendere i veri escursionisti), che sciamano qua e là per qualche ora lasciando poi, quali testimonianze del loro passaggio, rifiuti sparsi ovunque, non considerando affatto che dal rispetto dell’ambiente traggono vantaggio non solo gli indigeni ma tutti. A coloro cui questi posti sono venuti in odio, perché rievocanti una vita di stenti legata al lavoro agreste, mi permetto di consigliare qualche giorno di “sana” vita cittadina, affinché si rendano conto che non sempre l’erba del vicino è la più verde.