Cimbergo nella stagione autunnale è un tripudio di colori. In modo particolare il castagneto che circonda il piccolo borgo suscita, per la sua bellezza, emozioni che riempiono il cuore. Questi alberi maestosi accompagnano colui che giunge o passa in paese. Oltre ad essere un quadro per gli occhi, i castagni sono chiamati ” gli alberi del pane” per i loro frutti. Le castagne erano nel passato fonte di guadagno per gli abitanti dei paesini. In questi ultimi anni sono state riscoperte per la loro bontà e le proprietà nutritive. Mi ricordo quando alcune nonne di Cimbergo e Paspardo scendevano verso Brescia per venderle. Appena iniziavano a cadere, ogni giorno si recavano a raccoglierle anche aiutate dai bambini del villaggio. Preparavano un consistente numero di sacchi (obbligatoriamente di iuta) e poi si accordavano con mio padre, unico camionista del posto, per essere portate nella località scelta per la vendita. La sera prima della partenza, io e mio fratello Dario andavamo a caricare i sacchi pieni di castagne sul cassone e la notte nostro padre partiva con le donne e la loro merce per la “bassa”. Qui, le venditrici avevano una base d’appoggio presso delle famiglie che conoscevano. Ritornavano dopo circa dieci giorni con i sacchi vuoti e po’ di guadagno. Che ricordi e… che fatica: le castagne pesano. Oggi in paese sono visibili cartelli segnaletici con scritto ” la via del pane”, indicanti un percorso tematico che attraversa il castagneto. Il tragitto è questo: si parte da Capodiponte, si sale a Paspardo e si passa per Cimbergo, proseguendo attraverso luoghi ricchi di antiche incisioni rupestri per arrivare a Nadro oppure tornare a Capodiponte. Non è obbligatorio seguire tutto l’itinerario in modo fisso. In alternativa, i dintorni di Cimbergo offrono una campagna estesa e varia, adatta alle camminate naturalistiche. Interessante, camminando solo mezz’ora, giungere fino ai “mulini”, dove si possono ammirare due macinatoi, uno dei quali appena ristrutturato e funzionante e, nei mesi di ottobre e novembre, assistere alla macinatura delle castagne per ricavarne la famosa “farina”, acquistabile in paese.