Cosi, domenica 19 giugno 2012 è iniziato tutto … O meglio, tutto era iniziato parecchi giorni prima quando, mentre erano fermi lì, a riposare, Renzo e Rome, proprio sulla “Fasa”, quel pezzo di verde che si vede ad occhio nudo anche dalla conca del Volano e che prepara all’ascesa in cordata dell’ultimo pezzo prima della cima del Pizzo Badile Camuno, decisero che sarebbe stato l’ideale un riparo giusto in quel punto,dove le nuvole sono subito acqua; un rifugio, per i numerosi avventori del nostro … E allora eccoci a domenica 19 giugno, e alle luci dell’alba partono i primi: sherpa autoctoni si dirigono lassù,vuoi per un’esperienza nuova, certamente diversa, vuoi perché comunque si va al Pizzo stamattina e quindi,un posto per un po’ d’aiuto lo si trova sempre … trasportando il materiale fino ai suoi piedi, indipendentemente dalla provenienza e dal motivo dell’ascesa, diverso per ciascuno ma con in comune l’intenzione di esserci,di partecipare alla costruzione del bivacco della Fasa come si può,ognuno dando quel che ha in termini di volontà. E allora c’è chi fa più di un viaggio di seguito, chi non arriva fin lì ma è già qualcosa portare il materiale vicino alla meta, partendo dal “campo base” per rimanere in termini “Sherpa”, campo che è alla Conca del Volano, da lì si fa sul serio, si va a piedi carichi … anche se quello che conta non è ciò che ciascuno ha in spalle, ma ciò che ha dentro, diverso il peso ma uguale lo spirito, la condivisione della fatica e dell’ascesa che per qualcuno è quasi rituale ma che i più, mancando d’allenamento, porteranno nelle gambe per alcuni giorni perché, si fa presto a dire salita ma su sentieri appena accennati e dissestati dalle intemperie e dalla natura che ogni anno si riappropria del suo territorio per poi riperderlo l’estate dopo e cosi di seguito, ti si “tagliano” le gambe … Portato il materiale si deve costruire, ed allora Rome e Renzo iniziano, salgono la mattina presto per parecchi giorni, in moto fino al Volano e poi su, a piedi e, pranzo al sacco che vuol dire un pa nino veloce e via di nuovo di braccia per finire in fretta e consegnare il riparo già a luglio affinché se ne possa usufruire da subito. Da qualche tempo il nostro fa bella mostra di sé, tutt’uno con l’ambiente circostante, come fosse nato lì (e a dire il vero i due provetti costruttori, in un momento di pausa scorgono una roccia che porta l’indicazione di una data e il nome di un CAI, quello di DARFO, perché un primordiale bivacco era già esistito proprio li. Qualcuno la domenica sale per visitarlo: vuoi vedere che il piccolo riparo, oltre ad essere complementare all’ascesa al Pizzo brilla anche di luce propria?