Ho ritrovato un vecchio articolo scritto da mia sorella Sara qualche estate fa e pubblicato sul giornalino del paese”Da Cimbergo”. Sembrandomi interessante, vorrei condividerlo con voi.
CIMBERGO-MACHERIO: TRIBUTO ALLA MONTAGNA
Biglietto da visita del turista-prototipo è, da sempre, la macchina fotografica. Ogni turista che si rispetti( o per lo meno che voglia entrare nei parametri del turista tipico), ne è munito. Nel caso di gite in montagna, poi…”reca in mano un mazzolin di rose e di viole” e non certo per ornare il petto e il crine.
Fotografie ad immortalare i luoghi frequentati, reperti materiali quale prova tangibile del passaggio. Vuole ossessivamente quel qualcosa in più, che nemmeno lui sa cosa sia, da ricordare, o ancor meglio, da raccontare o mostrare, a guisa di bottino. Vuole comodità, tutte e subito, quelle che ha a casa e quelle che sogna.
Tante volte abbiamo considerato estranei all’affetto che ci unisce ai nostri monti i “villeggianti”, ed altrettante abbiamo pensato che queste splendide montagne fossero per loro una sorta di ludoteca alternativa alla vita condominiale. Automaticamente abbiamo reagito considerando il nostro habitat come da custodire gelosamente e da difendere dall’incuria di quanti, estranei alle nostre tradizioni ed al vissuto di queste oasi di verde, non mirassero che al loro “consumo”. Fruitori, consumatori più per moda che per reale sentore. Il CAI di Macherio (cittadina della Brianza della cui esistenza non ci saremmo curati e comprensibilmente, se non fosse per quel puntino rosso che spicca, nelle giornate di sole, dalla catena del Tredenus), assieme all’Oratorio , nella giornata trascorsa in Volano, domenica 5 luglio, tra messa, concerto bandistico e danze, ha dimostrato come davvero la concezione del turista (che l’indigeno ha del turista e che di sé il turista stesso non ha, fino ad oggi, desisto dal dare), sia mutata. Da fuggiaschi dell’area urbana, disseminatori di lattine e sacchetti di pattume, a parte integrata( e bene) di un territorio”col” quale vivere ancor di più che “da” vivere. Con gli indigeni innanzitutto.
E’ stato ospite nel senso lato del termine. Ospitante ed ospitato. Ha festeggiato in Volano il Volano e Cimbergo nella persona del sindaco, ha ospitato ai suoi festeggiamenti l’intero paese, che ha ringraziato, per lo stesso tramite, con un suggestivo oggetto artistico. Festeggiamenti che sono stati tributo alla montagna e a noi, abitanti e amanti di quelle stesse montagne che anche loro amano e hanno amato tanto da issarne un rifugio, quel bivacco Macherio ormai punto di riferimento per gli escursionisti delle nostre vette. Non si ricorderanno, di questa domenica trascorsa in Volano, scatti fotografici o mazzetti di fiori strappati alla terra, ma un’atmosfera carica d’unione e di festa.